Sempre più alto il numero di persone che decidono di lanciarsi sul mercato imprenditoriale e del turismo creando strutture quali bed&breakfast, case vacanza e affitto camere, e così cresce il numero di attività realizzate all’interno dello stesso alloggio in cui si abita (è anche ad esempio il caso degli asili nido-famiglia). Ma è possibile aprire un b&b all’interno di un condominio?
Assolutamente si, e non è necessaria neanche l’autorizazione dell’assemblea condominiale. Secondo la sentenza 24/07 del 20 novembre 2014, che ha confermato la decisione presa dalla Corte d’appello, la Cassazione ha stabilito che è possibile aprire un bed&breakfast all’interno di un condominio, anche nel caso in cui il regolamente condominiale lo vieti esplicitamente. Nel caso preso in esame infatti il regolamento proibiva ai condomini di «destinare gli appartamenti a uso diverso da quello di civile abitazione o di ufficio professionale privato».
Le motivazioni della sentenza sono presto dette: innanzitutto proprio il trovarsi in una “civile abitazione” è una discriminante fondamentale per l’attività di bed&breakfast, e in ogni caso l’attività, così come accade ad esempio per gli asili nido-famiglia, «non comporta il cambio di destinazione d’uso ai fini urbanistici»
Viene inoltre consentita la realizzazione di tutte quelle opere ritenute necessarie per l’attività, a patto che queste non rechino danno alle parti comuni. Restano in ogni caso immutati tutti gli altri adempimenti necessari per l’apertura dell’attività.